31 gennaio 2012

E oggi si cucina!

Partiamo dal presupposto che no, per quanto riguarda la cucina non ho niente da insegnare a nessuno. Non invento cioè ricette, non elaboro manicaretti particolarmente interessanti e di sicuro ho tanto (tantissimo, troppo!!!) da imparare. Per molto tempo ho ripiegato su una cucina di routine, casalinga, buona ma scontata, che semplicemente sfamasse senza aggiungere altro. Poi, invitando spesso una coppia di amici che apprezza il buon cibo e la buona cucina, mi è venuta voglia di sperimentare, di provare cose nuove. Come quello che ho preparato stasera.

La mia fonte di ispirazione è senza ombra di dubbio Giulia, che con il suo blog e i suoi recenti articoli su Style.it mi aiuta e mi sprona a guardare meglio tra gli scaffali dei supermercati, mi invoglia a cercare e soprattutto a trovare il mio personalissimo modo di cucinare. Una pò come il topolino di "Ratatouille", Giulia ti fa non solo pensare, ma soprattutto credere e vedere che tutti possiamo cucinare e lo fa proponendo ricette nuove, fantasiose, ma semplici. Per me è come una maestra che ti fa scoprire il significato di quell'ammasso di simboli chiamato alfabeto: quello che per te non voleva dire molto, all'improvviso diventa qualcosa.
La cucina è un'arte affascinante, della quale tanti pretendono (a torto o a ragione, dipende dai casi) di parlare e disquisire, proponendo abbinamenti che farebbero impallidire persino una donna a dieta o spacciando per invenzioni ricette frutto del caso (o di una maldestra copiatura, dipende dai casi anche qui).
Le riviste e le trasmissioni televisive che trattano l'argomento si moltiplicano giorno dopo giorno, in libreria ci sono reparti dedicati più forniti di quelli di storia. Per dire che si, siamo invasi di imput culinari da ogni direzione. In tutto questo marasma io ho scelto di seguire poche strade, poche persone, due o tre al massimo. Ma la prima, senza tentennamenti, rimane sempre lei. Perchè è l'unica che sa dare una risposta alla domanda "cosa cucino oggi"e che per farlo non mi costringe ad uscire e andare al supermercato (cosa particolarmente apprezzata ora che ci son venticinque centimetri di neve per terra): perchè quello che cucina, spesso e volentieri, non necessita di ingredienti particolari, ci sono già in casa. E quando invece quegli ingredienti non li abbiamo è perchè ci sta spronando ad azzardare, ci prende per mano e ci regala una parte di sè. Ma senza esagerare, con discrezione.


In Giulia non ho trovato solo una fonte di ispirazione per le cose che ho detto, ma per tantissime altre. Perchè lei è un vulcano, una dea Kalì dalle mille braccia, una piroetta di colori e suoni incantevoli. In lei ho ritrovato la voglia di essere fantasiosa, che avevo sopito. Con lei ho tolto lo strato di polvere che si era fermato sulle mie passioni. Da lei ho imparato che niente è come sembra e che l'empatia esiste davvero. In lei ho trovato un' Amica, perchè ha saputo dirmi quello che avevo bisogno di sentirmi dire nel momento in cui ne avevo bisogno, senza nemmeno conoscermi poi tanto. Perchè nonostante i chilometri che ci separano, la sento vicina e mi sento a lei vicina. Potrei andare avanti ore ad elencare i diversi perchè. Ma quello fondamentale è uno solo: perchè quando "sto con lei" sono felice. E per me questo è un gran regalo.
Sono andata alla Biobottega perchè avevo visto da Giulia una ricetta con la quinoa che mi intrigava: io la quinoa non sapevo nemmeno cosa fosse. Arrivata lì scopro che, aimè, ha un prezzo un pò altuccio per trasformarla in esperimenti e magari sprecarla (chi me lo diceva che quello che sarei riuscita a produrre sarebbe poi stato commestibile?). Allora ho ripiegato sull'orzo perlato, che tanti conosceranno, ma che io non avevo mai usatove stasera l'ho cucinato senza dar retta a nessuno, ovvero: come sarebbe piaciuto a me (anche perchè c'ero solo io a mangiarlo, quindi...).
Ho cotto l'orzo in acqua bollente salata per circa trenta-trentacinque minuti, dopo averlo rapidamente sciacquato sotto il rubinetto. Ho fatto stufare una grossa cipolla rossa in un pò d'olio ed un goccio di acqua, poi ho aggiunto dei dadini di pancetta affumicata. Mentre cuocevano ho tagliato a spicchietti piccini piccini dei pomodorini ciliegino e li ho messi da parte in una ciotola. Ho versato l'orzo nella padella con la cipolla e la pancetta, ho fatto saltare il tutto per qualche minuto, poi ho unito i pomodorini ed ho spento la fiamma. Ho impiattato, aggiustato di pepe nero e sale e mangiato abbondantemente! Era molto buono e ci ho aggiunto anche qualche cubetto di scamorza, giusto per dargli un gusto un pò più deciso. Che ne dite? Niente di che, certo, ma mi ha dato soddisfazione sia nella preparazione che nel mangiarlo!Lo proverò in altre varianti.
Infine...
Un abbraccio caloroso a Giulia: questo è solo un modo per dirti grazie di esserci.
Ti voglio bene.



3 commenti:

  1. Non smetterò mai di dire una cosa.
    sono felice.
    sono felice di vederti scrivere.
    fotografare.
    riscoprirti.
    provare.
    Sono felice come mai potrei esserlo.
    Davvero.
    Non riesco ad aggiungere altro.
    FELICE.
    ti prego continua così.
    ti abbraccio FORTISSIMO !

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  2. che ti voglio bene è lapalissiano ma mi piace ribadirlo fino allo sfinimento :*

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  3. Mai e poi mai i tuoi "ti voglio bene" potrebbero sfinirmi. Anche se nutro un fascino spudorato per la parola "Lapalissiano" (sa di lapislazzuli e lapilli insieme)!
    Giulia mia, grazie a te, come ho detto, mi riscopro.
    Tanti baci.
    E grazie.

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